Avatar


Giorno cinque

Written by:

adelina

in CORONAVIRUSDIARYSTORIES
La mia vita ai tempi del coronavirus.

Certe volte la giornata storta si sente sin dai primi attimi del mattino.

Sta mattina Andrea ha ben deciso di svegliarmi verso le 7:30, per fare colazione con lui. Solo che per farlo ha pensato di accarezzarmi un braccio mentre io vagavo ancora nei meandri del mondo dei dormienti, cosicché, quando ho aperto gli occhi di colpo, ho iniziato a strillare e piangere dal dolore. Ho sentito un forte “TAK” dietro la nuca, nella zona destra vicino alla cervicale, poi fortissimo bruciore misto ad un dolore acuto e l’impossibilità di muovermi.

Mentre tutto ciò accadeva mi sono anche ricordata che io pochi istanti prima stavo sognando, un bell’incubo, e infatti mi sono svegliata che avevo le braccia piegate sotto le ascelle e le gambe incrociate, ero tutta tesa già per il sogno. Il tocco di lui mi ha solo fatta rimpiombare nel mondo dei desti, ma in un modo alquanto inaspettato. Andrea poverino non capiva niente, io ancora con la lingua attorcigliata non riuscivo a spiegare che problema avessi, così lui si è agitato e correva avanti indietro tra il cassetto dei farmaci e la cucina. Nel cassetto dei farmaci cercava un antinfiammatorio mentre in cucina preparava una borsa dell’acqua calda.

Insomma, dopo una buona mezz’ora immobile nel letto, con la vescica che scoppiava, la borsa dell’acqua calda sul collo, ho resistito al dolore e sono riuscita ad alzarmi lentamente.

Da qui in poi, colazione, con tisana e biscotti, veloce, così lui poteva iniziare il lavoro. Io mi sono messa al divano per cercare di rilassare la parte che però peggiorava. Così ho deciso di ignorare il dolore e mettermi al pc anche io, con la radio a farmi compagnia.

Il caffé lo abbiamo preso vero le 9:30, me l’ero scordato completamente.

Poi di nuovo lavoro, Project Euler, e frutta prima di pranzo.

Con il ragù avanzato di ieri, abbiamo preparato spaghetti al ragù, deliziosi. Oggi ha fatto più lui, visto che il torcicollo è parecchio debilitante, soprattutto il primo giorno.

Dopo pranzo come sempre siamo ritornati al lavoro, ognuno a fare il suo, poi un caffé post pranzo con un biscotto.

Il pomeriggio ho parlato con mia mamma, sono in ansia più del solito perché i miei genitori non stanno benissimo, mia madre ha passato due settimane di malattia per febbre che andava e veniva, tosse e debolezza, mio padre ha la tosse.

Inoltre, un collega di mio padre, srilankese, è scappato nel suo paese dopo che l’Italia stava mettendo i blocchi ai viaggi, ed è stato trovato positivo al coronavirus. Nei prossimi giorni spero si riesca a capire qualcosa in più, poiché il controllo a mio padre, che comunque è entrato in contatto con il suo collega, non possono farlo, perché ci devono essere delle prove certe.

Verso le 18 abbiamo fatto una piccola passeggiata, …sul terrazzo di casa, per prenderci la dose giornaliera di vitamina D.

La cena l’ha preparata Andrea, frittata di uova, insalata di pomodori e cetriolo, cavolfiore (che ho bollito il giorno prima), e qualche fettina di pane come accompagnamento.

In serata rainews24, come ogni giorno in questo periodo, per seguire la situazione in Italia e nel mondo. Andrea come sempre ha lavoricchiato al gioco, io su Hackerrank.

Verso le 23:00 lui si è lavato ed è andato a letto, io invece lo ho raggiunto dopo poco. Dopo aver cercato informazioni sulla connettività a banda larga in montagna (cosa che non gli serviva a un cazzo) si è addormentato russacchiando. Nel mentre io mi sono messa a scrivere il diario di oggi, quello che state leggendo ora.

Poi sono crollata… con la borsetta dell’acqua calda sotto la testa, gli occhiali ancora addosso e il telefono accanto… (nonostante le raccomandazioni di Andrea di non farlo); l’ho scoperto verso le 4:41 del mattino.